Titolo Proprio: Il sacrificio di Isacco
Autore: Pedro Angel
Identificativo: 12 et 13 [1] 3.26
Collocazione: c. 10 r.
Classificazione: Bibbia, Teologia, Religioni
IconClass: 71C131311
Datazione Certa: 1588
Tecnica: Xilografia
Dimensioni (altezza x base, centimetri): 10,5 x 17
Tag: Isacco, Abramo, sacrificio,

Descrizione:

La xilografia si ripete quattro volte nel II tomo del Flos Sanctorum, e due volte nel III.
Per mettere alla prova Abramo, Dio gli comandò di offrirgli il proprio figlio in sacrificio. Giunto sul luogo del sacrificio, allestì l’altare, vi legò il figlio e alzò il coltello sopra la testa pronto a colpire. In quel momento un angelo mandato da Dio lo fermò. Abramo guardandosi intorno notò un montone impigliatosi per le corna a un albero e lo sacrificò a Dio. L’episodio è importantissimo per comprendere il sistema di corrispondenza tra Antico e Nuovo Testamento in uso nel medioevo.
Nel sacrificio di Isacco si configura, infatti, la prefigurazione della Crocifissine di Cristo, voluta da Dio Padre. Il montone diviene simbolo della crocifissione e le corna impigliate prefigurano la corona di spine. L’incisione, firmata con il monogramma P.A in basso al centro di una roccia, raffigura la reazione di Abramo nel momento in cui l’angelo blocca la sua mano nel momento in cui stava per uccidere Isacco.
La composizione è armonica, la scena si svolge in un ambiente bucolico collinare. I protagonisti si trovano al centro. Sulla sinistra Abramo sta compiendo una torsione del proprio corpo e della testa verso l’alto, il suo sguardo osserva con aria sorpresa l’angelo che con la mano sinistra blocca il coltello e usa l’anulare per indicare il montone con le corna impigliate, raffigurato all’estrema sinistra della composizione in primo piano arretrato. A centro esatto dell’incisione compare Isacco inginocchiato su un altare improvvisato, raffigurato nudo, in una posizione di sottomissione e con la testa e lo sguardo rivolti verso il basso. Sulla destra un braciere dal quale fuoriesce molto fumo. Pedro Angel, artista attento alla resa atmosferica delle scene ambientate in esterno, cura ogni particolare dell’ambiente circostante l’episodio: le nuvole, il fumo, le chiome degli alberi sembrano tutti mossi dal vento, elemento presente in ogni incisione firmata dall’artista. La torsione e la resa del corpo e del volto di Abramo rendono magistralmente il turbinio di emozioni provate in quel preciso momento da Abramo: paura, sorpresa, ma anche sicuramente sollievo. Per un possibile modello, vista la posizione di Abramo, la resa delle sue emozioni, la posizione del corpo di Isacco, lo sguardo e la testa rivolti verso il basso e l’esatta corrispondenza dei vestiti scelti si rimanda al dipinto di Paolo Veronese conservato al Prado e datato 1585-1588. Quest’opera fu acquistata dal conte di Fuensaldaña per Filippo IV e conservata all’interno del monastero de El Escorial. Nel III volume del Flos Sanctorum la xilografia si ripete due volte: in entrambe le posizioni appare non coerente con il testo di riferimento, quindi inserita esclusivamente a scopo decorativo. In questo caso accompagna la sezione dedicata alla vita di Fray Gil.


Bibliografia:

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